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Intervento

Dott. Emilio Tonini - Presidente Siena Biothec

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO PARCO SCIENTIFICO

Il settore delle biotecnologie sta vivendo un momento di grande sviluppo sia dal punto di vista scientifico che economico. La recente mappatura del genoma umano ha dato un grande impulso alla ricerca biomedica, aprendo nuove prospettive di prevenzione e cura di molte malattie oggi non ancora ben controllate. Lo sviluppo recente delle tecnologie (quali la informatica, la miniaturizzazione e la automazione dei processi di ricerca) è stato davvero la novità che ha permesso avanzamenti scientifici fino a poco tempo fa impensabili.
Anche la dimensione economica associata al settore biotecnologico ha subito uno ampliamento considerevole. Il fatturato del settore delle biotecnologie, senza contare quello indiretto, è in continuo aumento. Nel 1994 il business mondiale era di 14 miliardi di dollari, nel 2000 erano già 60. Le stime indicano, per il 2005, il valore complessivo di 150 miliardi di dollari. Nello stesso periodo il giro d'affari del comparto in Italia è passato da 0,8 miliardi di dollari (1994) a 2,8 (2000) ed arriverà, se le previsioni sono esatte, a 7 miliardi di dollari nel 2005. Il trend è, come si vede, fortemente espansivo.

Produrre valore investendo nella ricerca scientifica, non è impossibile o velleitario come ha dimostrato il successo industriale di molte Aziende operanti nel settore biotecnologico. Queste Aziende sono riuscite a coniugare l'eccellenza della ricerca scientifica con ottimi risultati economici. La ricerca, infatti, quando è ben fatta e orientata a risolvere i problemi reali legati alla salute dell'uomo, rappresenta un valore già di per se e diventa poi immediato l'uso industriale dei suoi risultati per renderli accessibili ad una vasta platea di pazienti. Senza questo passaggio di applicazione, i risultati scientifici rimarrebbero chiusi nei laboratori e non sarebbero disponibili per coloro che ne hanno bisogno.

Per Siena, che storicamente non ha mai avuto una grande vocazione industriale, quello delle biotecnologie è un settore ricco di storia, di brillanti risultati scientifici e di successi industriali. In Italia ed all'estero, il nome della città viene frequentemente associato alle biotecnologie, che hanno rappresentato anche una fonte importante di occupazione e di benessere economico.

L'intervento della Fondazione Monte dei Paschi di Siena si inserisce quindi in un contesto che mostra più di una ragione per giustificare un investimento che è stato fino ad oggi significativo e che tale continuerà ad essere nei prossimi anni.
La Fondazione infatti è pienamente convinta che questo settore sarà decisivo per il futuro dei Paesi avanzati e, seguendo in maniera lineare la propria missione e gli obiettivi statutari, ha creato, nel 2000, la Siena Biotech, di cui possiede il 95 per cento delle azioni mentre il restante 5 per cento è di proprietà di Sansedoni Spa.

La Fondazione ha voluto organizzare Siena Biotech come una Società per Azioni proprio per coniugare la ricerca scientifica con la possibilità di produrre valore e quindi dare ai suoi azionisti un ritorno non solo dal punto di vista sociale e di immagine, ma anche sugli investimenti fatti. Questa scelta è ulteriormente confermata dal fatto che la Società si trova ad operare in un settore - nazionale e mondiale - che offre grandi opportunità di sviluppo scientifico ed economico.

Attraverso la Siena Biotech la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha intenzione di realizzare, nel settore delle biotecnologie, uno specifico progetto unendo ricerca di alto livello e sviluppo economico, con la prospettiva che la società possa raggiungere il punto di equilibrio economico in tempi ragionevoli e dimostrando cosi di essere in grado di remunerare il capitale investito.

Sono questi i presupposti che hanno portato il Consiglio di Amministrazione di Siena Biotech ad aggiornare proprio in queste settimane e ad estendere al 2006 il piano strategico approvato un anno or sono. L'impostazione originaria di creare una Società di ricerca orientata a produrre valore viene confermata e ulteriormente rafforzata nel nuovo piano. Il nuovo documento, infatti, definisce più in dettaglio il processo di ricerca della Società, ne descrive le piattaforme tecnologiche necessarie all'espletamento delle attività e ne prevede il numero e le competenze dei ricercatori che faranno parte della struttura. Inoltre, descrive il piano dettagliato per la acquisizione delle infrastrutture, come laboratori e uffici dove la Società verrà collocata.

La Deputazione amministratrice, nel giugno 2001, sulla base del primo piano strategico di Siena Biotech, deliberò di stanziare 6 milioni di   per la copertura degli investimenti e dei costi di gestione per l'avvio delle attività e per il primo biennio di piano (2001-2002), rinviando gli ulteriori investimenti degli anni successivi alla valutazione del piano strategico aggiornato da parte del nuovo Organo Amministrativo della Fondazione. E proprio la valutazione del nuovo piano è ora in fase di in inizio da parte della Fondazione.

Il periodo iniziale, dal fine 2000 ad oggi, ha contraddistinto la fase di messa a punto delle strategie e dello start up della Società che ora sta entrando in un ambito più strettamente operativo come programmato.

A proposito di biotecnologie, bisogna subito fare chiarezza su che cosa si intende per ricerca in questo settore ed in particolare in quello delle biotecnologie dedicate alla salute, perché l'ondata di sovraesposizione mediatica sull'argomento può creare confusione. Siena Biotech non farà certamente ricerche negli organismi geneticamente modificati (OGM), ma farà ricerca con strumenti biotecnologici nel campo della salute umana, ricerche indirizzate a capire i meccanismi che portano alle malattie per poi essere in grado di prevenirle, diagnosticarle e curarle. Stiamo parlando di patologie gravi quali i tumori, le patologie neurodegenerative come l'Alzheimer o il morbo di Parkinson, e quelle rare su base ereditaria, ancora poco studiate.

Ritengo che quello di Siena Biotech rappresenti senz'altro, per le risorse da dedicare e per l'impegno organizzativo, un progetto strategico di grande rilevanza.

C'è infatti la consapevolezza di quanto il comparto - per i motivi già citati - sia fondamentale per il territorio senese e questo ulteriore coinvolgimento della Fondazione nella creazione di Siena Biotech è la conferma della precisa scelta di dare un contributo concreto allo sviluppo industriale senese attraverso una Azienda propria e originale, destinata ad inserirsi a pieno titolo accanto alle altre realtà produttive già presenti.

D'altra parte il Piano industriale 2002-2006 prevede una serie di interventi (infrastrutture, assunzioni di personale etc) già pianificati la cui realizzazione nei prossimi anni confermerà quanto oggi annunciato.

Quest'anno, ad esempio, verrà avviato il progetto per il Nuovo Centro Ricerche (l'investimento per l'immobile e le attrezzature scientifiche è assai elevato); i lavori civili inizieranno presumibilmente a metà del 2003 per concludersi alla fine del 2005. Intanto il primo lotto di laboratori di circa 400 mq, è quasi pronto e verrà inaugurato fra poche settimane, mentre il secondo lotto di altrettanta superficie sarà disponibile all'inizio del 2003.
Alla fine del periodo del piano (tra il 2006 ed il 2007) la forza lavoro sarà di oltre 150 unità con una altissima percentuale di personale qualificato, studiosi, ricercatori, tecnici specializzati. E già a partire dal presente anno si inizieranno le assunzioni che porteranno il personale intorno alle 100 unità nel 2005.

Non credo quindi possano ancora esserci dubbi sull'intenzione di fare di Siena Biotech un elemento trainante di quel comparto produttivo che a Siena, più che della storia industriale, possiamo dire appartiene al patrimonio culturale dell'intera comunità. Ma non va dimenticato che, al tempo stesso, stiamo parlando di un'azienda che deve raggiungere i propri traguardi scientifici e contemporaneamente ottenere un risultato economico tale da giustificare gli investimenti. Senza questa prospettiva, peraltro, l'obiettivo di ottenere un ricaduta importante sul territorio, in termini economici ed occupazionali, verrebbe vanificato.

Anche perché l'investimento fatto in questo settore va inquadrato in un contesto più generale con l'obiettivo di far diventare Siena - utilizzando una serie di sinergie e le realtà già operanti - un vero e proprio punto di riferimento per la ricerca e lo sviluppo delle biotecnologie in Italia. Tanto più che a livello nazionale è nota - soprattutto nella carenza di strutture e di investimenti - la causa del ritardo rispetto ad altri paesi in cui lo sviluppo delle biotecnologie ha portato occupazione e ricchezza.

Mancano infatti laboratori e servizi necessari per accompagnare le imprese dalla fase di start up fino all'inserimento nel mercato e non esiste una rete di incubatori collegata al sistema produttivo ed all'ambiente della ricerca che possa favorire lo sviluppo delle aziende biomediche.

Noi abbiamo un'Università importante, ricca di tecnologie e competenze avanzate, che può fornire la base su cui costruire la ricerca scientifica applicata, abbiamo una lunga tradizione ed alcune importanti realtà già operative. Ora bisogna rafforzare il sistema, costruire una piattaforma su cui impiantare nuove iniziative, creare il collegamento fra ricerca di base ed applicata, stimolare lo sviluppo dei prodotti derivanti dalla ricerca, in una parola, costruire un sistema locale integrato che permetta la realizzazione del processo completo di ricerca e sviluppo industriale, aggiungendo continuamente valore ai ritrovati e portando i risultati sempre più vicino all'utente finale.

Inoltre, va considerata la presenza del Policlinico, che si avvale del contributo umano ed intellettuale della Facoltà di Medicina e Chirurgia ed ha portato ad una integrazione delle varie attività con un notevole incremento delle sperimentazioni cliniche di farmaci nelle strutture stesse del polo ospedaliero.
Accanto all'ateneo possiamo inserire, nel riassumere idealmente gli elementi favorevoli per il successo di un polo di ricerca e sviluppo, le esperienze di livello internazionale già esistenti. E' il caso della Chiron Spa, con le sue attività di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione.
In un simile scenario, Siena Biotech può diventare un nuovo elemento di stimolo e consolidamento delle iniziative in corso. Ed è proprio questa la volontà della Fondazione Monte dei Paschi di proporsi come anello di congiunzione in una catena che vede già forti legami tra mondo accademico, industria ed istituzioni.
Il progetto del parco scientifico diventa dunque la cornice essenziale entro cui tutte le iniziative possono e devono essere contestualizzate, un fattore strategico importantissimo che permette di unire tutte le realtà oggi presenti, di individuare nuove iniziative basate sui punti di forza oggi esistenti a Siena, di concretizzare idee e progetti provenienti dalla Università o dalle piccole e medie aziende e di costruire una rete tecnologica e di competenze che possano aggiungere ulteriore valore alle realtà già presenti.

Le rare esperienze di questo tipo in Italia sono concentrate al nord (Parco scientifico biomedico San Raffaele a Milano, Bioindustry Park del Canadese in Piemonte, Area Science Park di Trieste) ma nessuna di esse è paragonabile con quelle che in Europa e negli Stati Uniti hanno avuto successo.
Qui invece - anche per una radicata tradizione e per la disponibilità delle istituzioni locali - esistono le condizioni per creare un grande centro per la ricerca e l'innovazione che fornisca alle piccole aziende ed alle start up ciò che non possiedono: una massa critica di investimenti, tecnologie e personale qualificato.
Aggregando le varie iniziative presenti sul territorio si possono ottenere sinergie ed economie di scala senza ledere l'autonomia dei singoli soggetti o appesantire strutture che per produrre reddito devono conservare la necessaria snellezza strutturale.

Ma adesso, dall'analisi generale - sulla quale ritengo siamo tutti d'accordo - bisogna scendere sul piano operativo progettando il Parco Scientifico Senese, il suo funzionamento, la sua gestione attraverso una struttura di coordinamento, la sede, le strategie che ne consentano il decollo in tempi brevi, le risorse necessarie (tante!).

Si può immaginare una configurazione in cui un sistema integrato di società di servizi, all'interno del Parco, svolgerà le funzioni necessarie per le imprese del territorio: valutazione tecnico-finanziaria dei progetti di ricerca, finanziamenti pubblici nazionali ed europei, venture capital, individuazione delle risorse umane, brevettazione, trasferimento tecnologico, product strategy, controllo di qualità ecc.
Verranno così create le condizioni per la crescita di piccole e medie imprese innovative capaci di fornire prodotti ad alto valore aggiunto e che a loro volta potranno attrarre grandi aziende desiderose di sottoscrivere accordi di partnership.

Non è semplice quantificare oggi la ricaduta in termini economici ed occupazionali di un progetto simile ma non è certo un'utopia avere come obiettivo a lungo termine (10-12 anni) la presenza a Siena di una realtà significativa e fra le più importanti del panorama italiano.

Adesso, quello che occorre è fare subito qualche passo concreto: individuare un coordinatore del progetto e scegliere una sede.

Ma la cosa più importante è che questa operazione - che ha tutti i requisiti per rivelarsi un successo ma è comunque molto lunga, complessa, costosa - prenda il via come la prima tappa di un percorso condiviso ed abbia l'appoggio convinto degli Enti locali (Comune, Provincia, Regione), del settore economico, dell'università e delle rappresentanze sindacali perché sia possibile lavorare tutti insieme per raggiungere un unico, ed assai ambizioso, obiettivo: produrre reddito ed occupazione attraverso servizi che incidono direttamente, e positivamente, sulla qualità della vita.

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